Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è pronto a una nuova consultazione per spiegare le necessità di sfruttare il nucleare pulito.
Da sempre dalla parte del nucleare, all’evento ‘L’Italia dei sì. Progetti e grandi opere’, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini si dice “pronto a tornare a un referendum”. All’Italia converrebbe “arrivare al nucleare pulito e di ultima generazione”, per diventare autonoma dal punto di vista energetico.
Salvini e la sua lotta per il nucleare
“Se noi dobbiamo diventare autonomi dal punto di vista energetico, non possiamo precluderci nessuna fonte di produzione energetica”, spiega il ministro riprendendo la sua lotta iniziata già un anno fa. Nel 2022 infatti, Salvini affermava che “se la Lombardia volesse essere capofila dell’energia nucleare, potremmo avere la prima produzione energetica già nel 2030”.
D’altronde, “ci sono 441 reattori nucleari funzionanti nel mondo, di cui 104 in Europa e 56 solo in Francia. In Italia, zero. È necessario che il nostro Paese investa nel nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito. E vorrei che un futuro reattore fosse ospitato nella mia Milano. Lo voglio nel mio quartiere, Baggio“.
“Superare il no frutto dell’emozione”
E oggi, dopo poco meno di un anno, i presupposti di Matteo Salvini non cambiano: “Io sono un nuclearista convinto ma non per tifo siamo circondati da paesi che producono energia tramite il nucleare e che ovviamente hanno un vantaggio competitivo nei confronti delle nostre aziende”.
Per il vicepresidente, “se tornassimo nella famiglia del progresso e dello sviluppo, in sette anni avremmo un primo reattore modulare operativo“.
Subito dopo, riflettendo, Salvini si lascia andare ad uno sfogo: “Mi fa imbestialire che ci sono aziende e ricercatori italiani che vanno all’estero a costruire ciò di cui abbiamo bisogno nel nostro Paese, bisogna superare il ‘no’ figlio dell’emozione di qualche decennio fa e tornare nel contesto di Paesi sviluppati e competere ad armi pari”, chiosa durante l’evento.